Altro piccolo incidente in una centrale nucleare in Francia.Incominciano
ad essercene un po'troppi ultimamente.La verità poi, è molto spesso
celata e quindi non si può sapere,con esattezza se lo scoppio,avvenuto in un deposito di materiali ,non si sia allargato oltre. Inoltre i verdi transalpini denunciano che l’area dell’incidente al deposito di Marcoule risulta “offuscata” su Google Earth così come accade per i “siti militari”.
erborista1
tratto da greenstyle
Le notizie che si stanno susseguendo in queste ore – o minuti, se preferiamo – sull’
incidente nucleare di Marcoule sono tantissime: un misto di allarme, paura e critiche. Per farsene un’idea, se ce ne fosse bisogno, basta visitare l’
hashtag dell’argomento su Twitter.
Fra le voci più caratteristiche, quelle del collettivo di scrittori
italiani Wu Ming Foundation che, anche se in inglese, commenta:
Marcoule è a soli 200 km dai nostri confini, siamo
perfettamente coinvolti. Semmai ci fosse un referendum antinucleare in
Francia, potremo votare anche noi [italiani]?
Ma
cosa è Marcoule? Si tratta di una centrale comprendente
ben 3 reattori, tutti e tre messi in costruzione negli anni ’50. Il progetto era inizialmente strettamente legato
a motivazioni militari,
ma ormai la gran parte delle attività ivi svolte sono dedicate allo
smantellamento della centrale stessa (procedimento che sappiamo essere
piuttosto lento e delicato).
L’incidente sarebbe avvenuto in un deposito di materiale e non
avrebbe interessato neanche logisticamente i reattori. Non per niente,
giornali come
Le Monde
stanno provando a rassicurare l’opinione pubblica, ricordando come
secondo la CEA non sono avvenuti rilasci di radiazioni verso l’esterno e
la stessa persona deceduta, sarebbe stata uccisa dall’esplosione e non
dalle radiazioni. In particolare, a saltare sarebbe stato un forno
dedito ai
processi di “riduzione” dei rifiuti radioattivi.
Stando così le cose, non sembrerebbero esserci particolari motivi di
preoccupazione per l’Italia nonostante la vicinanza di
Ventimiglia e di Torino. Fra l’altro la bassa attività presente nel sito dovrebbe rappresentare già di per sé una certa garanzia.
Come ricorda, però,
Richard Black dal sito della BBC, le
fonti francesi non sono sono molto attendibili storicamente in questo genere di cose. Ed è probabilmente a causa di ciò che i movimenti
ambientalisti d’oltralpe – da Greenpeace ai partiti “verdi” – hanno fatto sapere di pretendere la
massima trasparenza sia da parte delle società coinvolte, sia dalle autorità.
Ed il vecchio ministro per l’Ambiente francese,
Corinne Lepage ha chiosato su tutta la faccenda con una frase difficilmente discutibile:
È una nuova dimostrazione che un incidente è purtroppo possibile.