Grazie ai progressi della sintesi chimica, un gruppo di ricercatori statunitensi ha scoperto un prodotto naturale con proprietà antidolorifiche, che potrebbe divenire un’alternativa a sostanze come la morfina
SALUTE – Jupiter, Florida, Stati Uniti – Ricercatori dello Scripps Research Institute in Florida hanno ottenuto per la prima volta una sintesi di laboratorio di un raro prodotto naturale ricavato dalla corteccia di una pianta largamente usata nella medicina tradizionale asiatica. È una creazione che potrebbe permettere di sviluppare un’alternativa efficace agli antidolorifici narcotici comunemente usati nelle terapie attuali.
Lo
studio, appena pubblicato sull’edizione online della rivista
Nature Chemistry, descrive un metodo chimico per produrre quantità significative di
conolidina, un raro prodotto naturale. Basandosi su dati di modelli murini, lo studio suggerisce anche che la conolidina sintetica è un potente analgesico, efficace quanto la morfina nell’alleviamento del dolore infiammatorio e acuto, e praticamente senza effetti collaterali.Da qualche tempo, si nota un interesse crescente nello sviluppo di alternative ai farmaci antidolorifici a base di oppio, come la morfina. Questa, infatti, sebbene sia normalmente prescritta per alleviare i dolori, ha un numero di effetti collaterali potenziali molto ampio e di vario genere, che vanno dalla nausea alla costipazione cronica, all’assuefazione, alla depressione respiratoria.La sostanza naturale su cui si è basato lo studio è derivato dalla corteccia della
Tabernaemontana divaricata, una pianta a fiori coltivata diffusamente ai tropici, e anche nota come
gelsomino crespo: da tempo impiegata nella medicina tradizionale cinese, tailandese e indiana, dalle sue foglie si ricava un estratto usato come antinfiammatorio per le ferite, mentre la radice viene masticata per combattere il dolore da mal di denti. Altre parti della pianta sono state usate per curare malattie della pelle.Nonostante il potenziale valore della conolidina nella terapeutica, mancavano metodi efficaci per prepararne le molecole. “Era un classico problema di sintesi chimica, che siamo riusciti a risolvere in maniera soddisfacente”, ha affermato Glenn Micalizio, il chimico che ha iniziato e diretto lo studio. “Un risultato che ha reso possibile la successiva valutazione delle proprietà terapeutiche potenziali di questo raro prodotto naturale”.Una volta completata la sintesi, la ricerca è passata al giudizio della farmacologia. La valutazione farmacologica, effettuata dalla ricercatrice Laura Bohn, ha mostrato le sorprendenti proprietà analgesiche del composto sintetico. “Non è un oppiaceo, ma è quasi potente quanto la morfina”, ha commentato Micalizio.Nei modelli utilizzati per la sperimentazione, si è visto che il composto eliminava sia il dolore acuto sia quello infiammatorio, due banchi di prova chiave per l’efficacia del farmaco. “Se le proprietà antidolorifiche sono incoraggianti – ha spiegato Bohn -, stiamo però ancora cercando di capire i meccanismi di azione. Dopo aver usato il farmaco con più di 50 cellule-bersaglio, siamo ancora senza una spiegazione del meccanismo primario”.Finora, il composto non ha mostrato ancora nessun effetto collaterale: in realtà, però, questo dato è in parte una lama a doppio taglio. “Se da un lato la mancanza di effetti collaterali lo rende un buon candidato per sviluppi futuri-conclude Bohn-dall’altro, se tali effetti si presentassero, potrebbero darci indizi preziosi sul funzionamento del composto al livello molecolare”.
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