Questo post è un po' lunghino,ma vale la pena darci una sbirciatina,per capire in che mani siamo.
tratto da Attilio Foliero
Pensioni e privilegi
Fonte: http://www.viruslibertario.it/Economia.htm#PENSIONI%20E%20PRIVILEGI
In Italia si chiede di allungare la vita lavorativa, anche esibendo false statistiche sull’allungamento della vita, perché l’Inps è ancora attiva, ma da parte di economisti, professori e politici non si chiede di eliminare le pensioni privilegiate; il pensionato più ricco d’Italia prende 90.000 euro nette di pensione il mese, un ex deputato prende la pensione dopo essere stato in parlamento solo un giorno, un ex presidente del consiglio, dopo aver tagliato le pensioni altrui, prende 31.000 euro al mese di pensione, un ex presidente della repubblica prende una pensione netta di 4.766 come ex magistrato, pur avendo svolto quest’attività solo per tre anni; ci sono le baby pensioni, le doppie pensioni, le triple pensioni e le pensioni ai mafiosi che gli americani non corrispondono.
Un dirigente delle Banca d’Italia è andato in pensione
a 44 anni con 18.000 euro netti il mese, un dirigente dello Stato è
andato in pensione nel 2009, a 47 anni, e prende 6.000 euro il mese e
ora, poiché ha ancora voglia di lavorare, fa l’assessore; un pensionato
commesso del senato prende 8000 euro nette di pensione il mese. C’è la
bidella pensionata a 29 anni, l’automobilista che prende la pensione per
ciechi, ci sono le pensioni per i falsi braccianti agricoli, le false
pensioni d’invalidità e le pensioni riscosse dai figli per genitori
defunti.
Lo
stato ha lasciato intatti i vitalizi, le liquidazioni e le pensioni dei
parlamentari e, dopo le ultime riforme delle pensioni, tanti sono
riusciti a mantenere i privilegi; i sindacati e gli interessati
privilegiati hanno sempre affermato, confortati da alcune sentenze, che i
diritti acquisiti non si toccano, ma questi privilegi, che intaccano il
principio di eguaglianza, di cui all’art. tre della costituzione,
andrebbero invece toccati.
Si
approvano leggine che autorizzano superburocrati a intascare pensioni
di euro 1.369 il giorno, in Sicilia si va ancora in pensione a 45 anni,
però i pensionati al minimo sono stati costretti a restituire all’Inps i
soldi ricevuti per sbaglio; le leggi sbagliate vanno cambiate, l’Italia
non è uno stato di diritto, c’è chi non riesce ad avere una risposta
dalla previdenza, perché non ha santi in paradiso, e chi incassa
celermente la pensione a 29 anni.
Oggi
in Italia sono erogate 23,8 milioni di pensioni, l’importo medio è di
1.129 euro il mese, però, quando gli esperti invitano a tagliare le
pensioni, si dimenticano sempre delle pensioni privilegiate. Mauro
Sentinelli, ex direttore generale Tim, incassa una pensione mensile di
90.000 euro, Felice Crosta, ex dirigente della regione Sicilia, 41.600
euro il mese, diritto riconosciuto dalla Corte dei Conti.
Nel
1956 Antonio Segni aveva concesso la pensione di anzianità agli uomini
con 25 anni di anzianità e alle donne con 20; nel 1965 Aldo Moro estese
la pensione di anzianità anche al settore privato, ma chiese 35 anni di
contributi, in compenso, concesse il passaggio dal sistema misto
contributivo a quello retributivo. Nel 1973 il governo di Mariano Rumor
concesse alle donne la pensione di anzianità con soli 14,5 anni di
servizio (le donne si dicono sempre discriminate), perciò, grazie alla
ricongiunzione dei contributi, una bidella andò in pensione a 29 anni.
Nel
1992 ci fu la stretta, Giuliano Amato, con la sua riforma delle
pensioni, tagliò le pensioni di anzianità, però lui personalmente
dall’1.1.1998 incassa una pensione Inpdap di 12.518 euro il mese, come
professore universitario, la pensione di parlamentare di 9.363 euro e ha
altri incarichi privati, in tutto 30.000 euro il mese. Prima di andare
in pensione, aveva anche fatto votare la cumulabilità dell’indennità di
ministro con altri trattamenti pensionistici.
Nel
1995 anche Lamberto Dini fece la sua riforma delle pensioni, introdusse
il sistema contributivo al posto di quello retributivo e impose il
divieto di cumulo per quelli che andavano in pensione dopo di lui; oggi
riceve due pensioni private, una come statale e una come senatore, in
tutto 40.000 euro netti il mese. Nel 2009 l’età pensionabile è stata
agganciata alla speranza di vita, stimata in circa 64 anni nel 2015 e 69
nel 2050, solo gli indovini possono fare queste stime.
Bisogna
dire però che oggi, per ovviare agli abusi del passato, si fanno anche
statistiche e previsioni false, poiché i contributi lavorativi non sono
abbassati, si vuole rendere l’Inps, oggi ancora attiva, malgrado gli
allarmismi, impresa economica produttrice di reddito. A causa
d’inquinamenti, cattiva alimentazione e farmaci, non si sa quando si
vivrà in futuro, 50 anni fa la durata della vita media era
statisticamente inferiore perché c’era la mortalità infantile e c’erano i
morti in guerra, due categorie che non influivano sui conti dell’Inps,
il dato falsato è servito a professori ed economisti per pretendere
l’allungamento dell’età per la pensione, ignorando che quando si allunga
l’età lavorativa, si blocca il turnover e, poiché l’occupazione non
aumenta, i giovani hanno ancora più difficoltà a trovare lavoro.
Luca
Boneschi è stato parlamentare per un giorno e dall’età di 44 anni
prende la pensione di 7.773 euro netti, la stessa cosa vale per i
radicali Piero Craveri e Angela Pezzana, che erano stati parlamentari
per una settimana; Pannella aveva inventato il deputato a tempo, uno
lasciava e subentrava un altro. Nel 1997 Oscar Luigi Scalfaro si diceva
contro le pensioni d’oro, però cumula la pensione da magistrato, pari
4.766 netti al mese, avendo fatto il magistrato solo tre anni, con
l’indennità di senatore, pari a 15.000 euro netti il mese; ha ottenuto
la pensione da ex magistrato con i contributi figurativi versati dallo
stato.
Carlo
Azeglio Ciampi, assieme a Romano Prodi, ci traghettò a Maastricht con
una manovra economica dolorosissima, riceve l’appannaggio di senatore a
vita, una pensione della Banca d’Italia e una dell’Inps, nel 2009 ha
dichiarato 687.626 euro come redditi da lavoro dipendente. Andreotti
incassa due pensioni, però non risulta che abbia svolto un altro lavoro,
Armando Cossutta incassa la pensione Inps, i contributi sono stati
versati dallo stato con la legge Mosca, di cui hanno beneficiato
sindacalisti e comunisti.
Luciano
Violante riceve due pensioni, come ex parlamentare e come ex
magistrato, in tutto 16.680 euro il mese, Romano Prodi prende tre
pensioni, come ex presidente della commissione europea, come ex
parlamentare e come ex professore universitario. L’economista Mario
Baldassarre riceve tre pensioni, una parlamentare, una universitaria e
la terza di reversibilità della moglie; dal 1994 Duilio Poggiolini, ex
direttore generale della sanità, prende la pensione da dirigente
ministeriale, più la pensione da professore universitario.
Il
comunista Giovanni Russo Spena prende due pensioni, una parlamentare e
una universitaria, pari a quasi 8000 euro netti il mese; Publio Fiore,
parlamentare DC, ferito nel 1977 dalle brigate rosse e perciò esentato
dalle tasse come vittima del terrorismo, prende la pensione Inpdap e la
pensione da parlamentare, in tutto oltre 22.000 euro netti il mese.
Silvestre Liotta, della DC, prende la pensione da parlamentare e quella
da ex segretario dell’Assemblea regionale siciliana, in tutto, oltre
14.500 euro il mese, più due stipendi per altri incarichi, perché si
sente ancora giovane.
L’ex
sindacalista Sergio D’Antoni, del PD, favorevole al rigore sulle
pensioni, ha approvato la riforma che sostiene il principio
contributivo, prende la pensione da ex professore universitario, pari a
5.233 euro netti il mese, ma non si sa quando abbia fatto il professore
universitario; Carlo Vizzini è entrato in parlamento a 29 anni e prende
l’assegno Inpdap come ex professore universitario. Vincenzo Scotti ha
una pensione di dirigente industriale e una per aver fatto il
sottosegretario senza essere parlamentare, però non si sa quando abbia
fatto il dirigente industriale, i suoi contributi figurativi li ha
versati lo stato; Clemente Mastella unisce l’indennità di Bruxelles con
la pensione di giornalista.
I
politici non sono uguali agli altri cittadini, oggi solo loro hanno
diritto a cumulare le pensioni, in fondo, le leggi le fanno loro, perciò
Franco Marini ha beneficiato della legge Mosca ed ha l’indennità
parlamentare e la pensione Inps di 2.500 euro netti il mese. Toni Negri,
di Autonomia Operaia, essendo stato 64 giorni deputato, incassa una
pensione mensile di 3.108 euro; entrò in parlamento nel 1983, candidato
dai radicali per farlo uscire dal carcere, dove era rinchiuso dal 1.979;
dopo i 64 giorni da parlamentare, fuggì a Parigi.
Cicciolina,
ex pornostar ed ex deputato radicale, prenderà la pensione il
12.11.2011, Irene Pivetti, della Lega Nord, ex presidente della Camera,
andrà, in pensione nel 2013 con 6.203 euro netti, più auto con autista;
Alberto Asol Rosa, fu parlamentare per 519 giorni, dal 1979 al 1980, e
prende 3.108 euro il mese di pensione, così come Rossana Rossanda,
deputato per cinque anni, Gino Paoli, Fulco Pratesi, Enzo Bettiza e
Claudio Magris. Prendono quasi 9.500 euro di pensione il mese Ciriaco de
Mita, Paolo Pomicino, Sergio Mattarella, Vincenzo Visco, Gerardo
Bianco, Alfredo Biondi, Valerio Zanone, Antonio Del Pennino, Gavino
Angius e Francesco D’Onofrio.
La
figlia di Armando Cossutta, Maura, prende 4.725 euro il mese di
pensione, per aver fatto per 5 anni il deputato; i parlamentari, quando
cessano il mandato, prendono anche la liquidazione, in media 300.000
euro, il vitalizio dei parlamentari non è proporzionato ai contributi
versati. Prendono la pensione di palazzo Madama, Luciano Benetton (3.108
euro), Francesco Merloni (9.947 euro) e Susanna Agnelli (8.455 euro).
Paolo Prodi, fratello di Romano, prende la pensione dopo 4 mesi da
deputato.
Sono
pensionati parlamentari il giornalista Eugenio Scalfari (3.108 euro),
Vittorio Cecchi Gori (3.108 euro), Franco De Benedetti (6.590 euro),
Giuseppe Zamberletti (9.947 euro), Nerio Nesi (4.725 euro), Franco
Bassanini (9.947 euro); anche i parlamentari condannati penalmente
prendono la pensione, Giancarlo Cito riceve la pensione, nonostante la
condanna per associazione esterna alla mafia.
Giuseppe Gambale ottenne la pensione nel 2006, quando aveva 42 anni (8.455 euro il mese), è pensionato
ex parlamentare Vittorio Sgarbi (8.455 euro netti). Dal 1997 però la
pensione dei parlamentari scatta a 65 anni, ridotti di un anno per ogni
mandato, la riforma decorre dagli eletti nel 2001. Con 20 anni di
contributi si può andare in pensione a qualsiasi età; però dal 2007 non
si matura la pensione se non si sono fatti almeno 5 anni di mandato,
agli altri italiani sono richiesti 40 anni.
Camera
e Senato spendono per le pensioni 219 milioni l’anno e ne incassano 15
di contributi, i parlamentari viaggiano gratis anche a fine mandato, i
presidenti delle camere hanno macchina con autista, le vedove dei
parlamentari hanno diritto alla pensione di reversibilità. Nel settore
telefonico, Mauro Sentinelli prende 90.000 euro di pensione il mese,
Vito Gamberale 44.000, i pensionati del comparto telefonico hanno
notevoli privilegi.
Giovanni
Consorte, presidente di Unipol, prende dall’Inps 28.593 euro il mese,
Ivano Sacchetti, pure Unipol, 28.560 euro il mese; Lino Benassi, della
Banca Commerciale, prende 15.537 euro al mese dall’inps e ha incarichi
in 12 società. Cesare Geronzi, presidente di Banca
Roma-Mediobanca-Generali, dal 1996 ha una pensione Inps di 22.237 euro,
l’ultimo anno di lavoro prese uno stipendio di 3.650.000 di euro e un
premio di carriera di 20 milioni; appena andato in pensione a 61 anni,
la prima dichiarazione che fece fu: “Bisogna alzare l’età della
pensione!”.
In
Banca d’Italia c’è chi è andato in pensione a 44 anni, con 18.000 euro
mensili, come il professore Stefano Masera che poi passò a Imi, San
Paolo, Ferrovie, Fideuram; da ricordare che la Banca d’Italia censura
sempre gli sprechi previdenziali a favore dei comuni lavoratori; fino al
1997 in Banca d’Italia si poteva andare in pensione con 20 anni di
servizio e a qualsiasi età; con la clausola d’oro, la pensione era
agganciata allo stipendio del pari grado in servizio.
Alcuni
pensionati della Banca d’Italia non hanno lavorato così tanto come da
quando sono in pensione, Mauro Sarcinelli riscuote la pensione mensile
da quando aveva 48 anni, oggi è pari a 15.000 euro mensili, quella di
Lamberto Dini è di 18.000 euro, quella di Azeglio Ciampi di 30.000 euro.
Mario Draghi riceve una pensione Inpdap, assieme ad una retribuzione
nettamente superiore a quella dei suoi colleghi europei. Oggi in Banca
d’Italia i 20 anni e i 44 sono aboliti, però, per la pensione
anticipata, si regalano sei anni e la pensione inps è integrata dalla
Banca d’Italia.
Il
poliziotto Achille Serra, tra pensione e indennità parlamentare, prende
25.000 euro netti il mese; nel 1997 Andrea Monorchio, ragioniere
generale dello Stato, tuonava contro le pensioni di anzianità, a 63 anni
è andato in pensione con 10.853 euro netti, però, poiché si sentiva
giovane, ha ricevuto altri incarichi presso Eni, Telespazio, ecc. Marco
Staderini, da presidente dell’Inpdap affermava che nessuno doveva andare
in pensione prima di 60
anni e se ne andò a 57; Antonio Maccanico, ex segretario del Quirinale e
della Camera, ha una pensione mensile di 40.000 euro.
Nelle
forze armate il sistema contributivo è stato applicato con 12 anni di
ritardo, perché anche i militari sono disuguali, cioè dal 2.007, però
l’ex direttore del Sismi, Sergio Siracusa, prende quasi 16.000 euro
netti il mese. Da notare che il lavoro svolto da tanti pensionati
privilegiati o meno toglie anche altre occasioni di lavoro ai
disoccupati, questo fatto e il blocco del turnover aumenta la
disoccupazione che in Italia, grazie alla statistiche false, risulta
mimore perché, in mancanza di provvidenze pubbliche, non ci si iscrive
nelle liste di disoccupazione .
Elio
Catania. direttore generale e presidente dell’ATM di Milano, aveva uno
stipendio di oltre 20.000 euro il mese, più la pensione Inps di 12.276
euro il mese; nel 2007 il dirigente di Alitalia, azienda in dissesto,
Raffaele Lotito è andato in pensione all’età di 57 anni, con euro 15.158
netti, mentre Fulvio De Masi è andato in pensione con euro 11.157.
Luciano Moggi, campione del calciomercato, prende dall’Inps una pensione
di 11.814 euro il mese, Maurizio Romiti, figlio di Cesare, incassa una
pensione di 16.513 euro il mese e ha incarichi in 17 società diverse.
L’ex
presidente delle Assicurazioni Generali, il francese Antoine Bernheim,
nel 2010 è andato in pensione, con 125.000 euro il mese. I giudici
costituzionali prendono una pensione mensile di 20.000 euro lordi, tutti
hanno diritto a un’auto con autista a vita; lo stipendio è di 15.600
euro netti il mese, la loro liquidazione è da record, il presidente
Zegreblsky ha preso 635.000 euro netti.
Il
giudice Mario Sossi riceve dallo stato una pensione di euro 13.216
netti il mese e gode dell’esenzione fiscale che spetta alle vittime del
terrorismo; incassa la stessa pensione il procuratore di Milano,
Francesco Saverio Borrelli, invece Luciano Infelisi prende 5.536 euro
netti; nel 2002 l’assegno mensile medio dei giudici era di 6000 euro. In
giudici italiani arrivano al vertice della carriera più facilmente e
celermente dei colleghi europei, hanno lo scatto economico automatico e,
per la carriera, il CSM promuove tutti, perciò arrivano tutti a giudice
di cassazione; i giudici di cassazione hanno gli stipendi più alti dei
colleghi europei, 122.279 euro l’anno nel 2006.
I
giudici amministrativi e contabili hanno carriera ancora più veloce e
stipendi maggiori. Oscar Luigi Scalfaro incassa una pensione di 4.766
euro al mese come ex giudice, mestiere da lui svolto per soli tre anni,
Antonio di Pietro ha una pensione da magistrato, ha lasciato l’incarico
nel 1995, quando aveva 44 anni, cumulando la pensione con il ricco
stipendio di parlamentare.
Un
commesso del parlamento è andato in pensione a 52 anni con 8000 euro
mensili, i dipendenti del Parlamento incassano stipendi d’oro, vanno in pensione
giovani con il sistema retributivo, come prima della riforma Dini,
purché assunti prima del 2007; una norma capziosa, chi va in pensione
adesso è facile che sia stato assunto prima del 2007. Gli ex dipendenti
del Senato prendono una pensione media di 133.000 euro l’anno; nel 2010
Palazzo Madama ha speso in pensioni ai dipendenti 92,6 milioni di euro e
la Camera 191 milioni.
L’Europa
non è più morigerata, però anche essa pretende sacrifici pensionistici
dai comuni lavoratori, nel 2009 ha speso 1.130 milioni di euro per le
pensioni agli euroburocrati, anch’essa concede 1500 euro mensili per i
portaborse dei deputati e spende 3 milioni di euro l’anno per i
rinfreschi del parlamento; concede agli ex commissari 11.000 euro al
mese per tre anni, poi questi vanno a lavorare per le industrie che
dovevano controllare.
L’Europa
ha 44.000 dipendenti, con stipendi netti da 6.000 a 16.000 euro, con
tasse ridotte al minimo e indennità esentasse, perciò spesso lo
stipendio netto supera quello lordo, l’Europa paga l’indennità di
espatrio a chi lavora a Bruxelles da dieci anni; l’Europa chiede rigore a
tutti, ma concede di andare in pensione a 63 anni, dopo dieci anni di
lavoro e con il 70% dell’ultima retribuzione; le pensioni vanno da 3.500
euro a 12.000, la pensione media è di euro 5.844 netti.
Nel
1983 in Italia una bidella andò in pensione a 32 anni, aveva chiesto il
ricongiungimento dei contributi versati nel settore artigianale, oggi
riceve 835 euro il mese. La moglie di Umberto Bossi è una maestra,
riceve la pensione Inpdap dall’età di 39 anni, 766 euro il mese; Cesare
Romiti è andato in pensione nel 1977 a 54 anni, con 2.500 euro netti al
mese più 101 milioni di euro di liquidazione dalla FIAT (probabilmente
aveva dei segreti da portarsi nella gtomba). Carlo De Benedetti prende
una pensione di 5.000 euro netti il mese; il banchiere Domenico Gallo
prende la pensione da quando aveva 45 anni, oggi ha incarichi in 9
società, ha la pensione di 4.500 euro mensili più un altro vitalizio
mensile di 13.500 euro.
Adriano
Celentano prende la pensione da quando aveva 50 anni, Raffaella Carrà e
Sophia Loren sono pensionate dall’età di 53 anni. Ora però in Italia le
baby pensioni sono state abolite, ma non in Sicilia, dove nel 2010 un
dipendente della Regione è andato in pensione a 45 anni; nella Regione
gli uomini possono andare in pensione con 25 anni e le donne con 20,
purché abbiano un anziano da accudire.
Perciò
dal 2003 al 2010 sono andati in pensione 1.000 baby pensionati, età
media 53 anni, l’assegno della pensione è uguale o superiore all’ultimo
stipendio, anche perché non si pagano i contributi. Questi personaggi
sono trattati così bene perché il sistema, cioè il governo occulto, deve
molto a loro, potrebbero ricattare perchè hanno messo tante firme che
non andavano messe e hanno avallato procedure scorrette e illegali.
Un
dirigente bancario, messo a riposo per incapacità, ha dichiarato
sconsolato: “Perché mi hanno fatto questo, io ho fatto sepre quello che
mi hanno ordinato!”, aveva ragione, si assumeva responsabilità di
decisioni di chi voleva restare anonimo, ed era diventato il capro
espiatorio per chi chiede giustizia. Però la giustizia è stata tante
volte cieca, sorda e assente o si è mossa su sollecitazione di partiti.
Il
segretario generale della Regione, Carmelo Russo, è andato in pensione a
47 anni con 6.462 euro netti il mese, per fare l’assessore con
un’indennità di oltre 10.000 euro netti il mese, senza decurtazioni con
il cumulo, la quale è prevista solo per chi prende la pensione minima
(evviva l’eguaglianza dei cittadini davanti alla legge – art. 3 della
costituzione). Carmelo Russo era andato in pensione per assistere il
padre, anche in Calabria esistono questi baby pensionati della Regione e
generalmente vanno ad assumere altri incarichi per la stessa
amministrazione regionale.
Si
corrispondono baby pensioni anche in Campania, Sardegna, Lombardia,
Lazio, sono migliaia i beneficiari e hanno circa 50 anni, ma sono andati
in pensione dipendenti anche con meno di 50 anni, ne hanno beneficiato
anche dipendenti delle provincie di Trento e di Bolzano. Il
commercialista romano Leonardo Quagliata ha incarichi in 22 società,
però nel 2006 si è fatta riconoscere la pensione retroattiva di euro
1.196 al mese dal 1977, da quando aveva 24 anni, per essersi infortunato
da militare. I grandi personaggi trovano sempre comprensione da Inps,
Inpdap, Corte dei Conti, Consiglio di Stato e commissioni militari,
L’inquisito
Sandro Frisullo, vicepresidente della regione Puglia, prende dall’età
di 55 anni una pensione di 7.000 euro netti il mese. In Puglia i
consiglieri regionali godono di pensioni più alte degli altri cittadini,
come i parlamentari, anche loro si fanno le leggi a loro favore, con 5
anni di mandato oprendono il 40% dello stipendio, che è di 11.000 lorde,
se gli anni sono di più, la pensione aumenta; Frisullo, sottoposto a
misure cautelari, ha continuato a percepire lo stipendio di consigliere
regionale. A parlamento, consiglio regionale, provinciale e comunale
dovrebbe essere impedito di fissare le indennità dei loro membri, che
spesso non sono morigerati.
La
Sicilia ha riconosciuto il diritto alla pensione anche a 13 ex
consiglieri regionali eletti in Parlamento, la cosa non è prevista in
nessun altro paese del mondo, però, fino a poco fa, si poteva essere
contemporaneamente parlamentari italiani ed europei, l’esempio viene
sempre dall’alto; Totò Cuffaro, condannato per favoreggiamento alla
mafia, ha preso il vitalizio come ex senatore ed ex presidente della
Regione. Tra 13 c’è anche Leoluca Orlando e il finiano Fabio Granata,
che prende 5.000 euro di pensione regionale, lo stipendio di
parlamentare ed è vicepresidente di un Ente regionale, in tutto oltre
20.000 euro netti il mese.
I
consiglieri regionali siciliani che hanno cominciato la carriera
politica prima del 2000 e hanno una sola legislatura vanno in pensione a
60 anni, con due legislature vanno a 55, con tre a 50, l’assegno è
cumulabile con quello parlamentare. Dal 2011 le doppie indennità sono
state sospese, ma ci sono i ricorsi; gli ex onorevoli siciliani hanno
diritto anche a un contributo di 5.000 euro per i funerali.
In
base ad una legge del 1962, la regione Sicilia assume dipendenti a
carrettate e concede ai dirigenti di andare in pensione con le stesse
prebende; dal 1986 vale però solo per quelli assunti dopo quella data;
oggi in Italia i divieti di cumuli, i tetti e l’elevazione dell’età per
la pensione sono applicati solo ai poveri cristi o agli assegni di
reversibilità. Oggi i consiglieri regionali hanno la possibilità di
andare ancora in pensione a 55 anni, con assegni che vanno da 4.500 a
7.000 euro mensili.
Pietro
Marrazzo è in pensione dall’età di 52 anni, con 2.000 euro mensili, e
ha anche lo stipendio della RAI, se fosse arrivato a 60 anni ne avrebbe
presi di più; il 20.12.2010 l’Emilia Romagna ha tagliato le pensioni dei
consiglieri, ma a partire dal 2015-2020. Sono i soliti diritti
acquisiti, però ai comuni lavoratori assunti dalla scuola con un
contratto e una legge, sono stati modificati tutti i diritti acquisiti
in merito a calcolo della pensione ed età della pensione, la legge non è
uguale per tutti.
Uno
spezzino, ex dipendente dell’Inps, dal 1977 ha pensione d’invalidità e
assegno di accompagnamento (1.200 euro) come cieco assoluto, però guida
l’automobile, i falsi ciechi sono tanti, alcuni di loro sono cacciatori e
altri istruttori di nuoto; a Palermo una sorda fa la centralinista, a
Roma un paraplegico fa il maratoneta, ad Avellino un paralizzato ara i
campi, a Bari un uomo senza mani guida il camion; sono stati trovati
sordi nelle bande musicali, mentre malati di mente conducono aziende
sane.
In
un paese di poche migliaia di abitanti, vicino a Napoli, con l’aiuto di
medici compiacenti, 400 malati di mente prendono l’assegno
d’invalidità; per intascare la pensione d’invalidità, si fingono
malattie incurabili; nel paese di Militello, di 1.200 persone, vicino a
Palermo, ci sono 500 pensioni d’invalidità. Fino al 1983 per le pensioni
d’invalidità erogate non era previsto nemmeno un controllo, spesso
quelle false aiutavano precarie condizioni sociali perché in Italia
manca una vera assistenza sociale.
Il
ministro socialista De Michelis corse ai ripari e le pensioni
d’invalidità scesero dai 4,5 milioni del 1989 agli 1,7 nel 2002, nel
2010 sono tornate a salire a 2,8 milioni, sarà l’effetto della crisi;
comunque, a Napoli c’è una pensione d’invalidità ogni 41 cittadini, a
Varese una ogni 117, i due terzi di questi sussidi sono erogati al sud,
nel 2009 nel Trentino è stata erogata una sola pensione d’invalidità.
Gioacchino Pennino, ex medico, prende dall’Enpam 18.000 euro al mese per
invalidità nell’esercizio della professione sanitaria, chissà se an che
lui aveva santi in paradiso.
Da
un’indagine è risultato che un medico dell’Associazione Nazionale
Mutilati e Invalidi rilasciava certificati in cambio di voti; è falsa
una pensione d’invalidità su due, ora purtroppo la competenza per
l’accertamento dell’invalidità è passata alle Regioni, mentre è l’Inps
che paga le relative pensioni, fortuna che ci sono i lavoratori che
pagano i contributi. Le pensioni false d’invalidità sono state pagate
anche 6.000 euro, per pagare mediatori, medici e funzionari dell’Inps,
della prefettura e dell’Asl; tra il 2003 e il 2006 un mediatore, con
questo sistema, è riuscito a fare avere la pensione a 620 persone che
non ne avevano diritto.
Nel
2010 risulta che il 75% dei militari in pensione ha il trattamento
privilegiato per infermità o lesioni, manco ci fosse una guerra
permanente; una legge del 1954 prevede che gli infermi possono andare in
pensione con 15 anni di servizio e i tribunali militari assolvono
regolarmente i truffatori e li mandano in pensione anticipata. Falsi
braccianti hanno maturato la pensione agricola, recentemente ne sono
stati beccati circa 250 il giorno, soprattutto in Puglia, Calabria,
Campania, Sicilia; in un caso l’azienda era intestata a un barbone,
anche la moglie di un notaio risultava bracciante agricolo.
Per
avere un’indennità di disoccupazione pari al 40% dello stipendio, basta
denunciare all’Inps 51 giornate lavorative l’anno per due anni, in caso
di maternità c’è un bonus di 11 mesi; perciò in Calabria esistono
34.000 aziende agricole, contro le 9.000 della Lombardia. Nella
provincia siciliana di Crotone l’Inps paga un numero d’indennità di
disoccupazione agricola pari a quello di tutta la Toscana; l’operazione
si fa con fittizie società agricole e qualche compiacenza negli uffici,
in Sicilia esistono più braccianti nei paesi a forte radicamento
mafioso, a Careri, su 2.443 abitanti, esistono 1.701 braccianti.
Sono
almeno 30.000 i cari estinti che ogni mese ricevono la pensione, perciò
gli ultracentenari alle statistiche risultano più di quelli che sono in
realtà, alterando la media della durata della vita; nell’estate del
2010 venti studi legali di Roma, con 300 persone indagate, sono finiti
sotto inchiesta per aver falsificato documenti utili a incamerare i
vitalizi destinati agli italiani emigrati all’estero.
A
Napoli il boss camorrista Luigi Cimmino incassava la pensione
d’invalidità Inps, nel 2007 al carcere dell’Aquila ottenne il
certificato d’infermo di mente e incapace di badare e se stesso e con
quello ottenne la pensione; riscuotono la pensione sociale o
d’invalidità Salvatore Di Gangi, Vito Vitale, Michele Greco, Francesco
Madonia e Giuseppe Calò. Comunque, Totò Riina aveva fatto domanda per la
pensione sociale, ma non ha fatto in tempo a prenderla, anche Renato
Curcio, fondatore delle brigate rosse, aveva chiesto la pensione
sociale, ma l’Inps, finalmente, l’ha rifiutata.
Si
è scoperto che il vitalizio previsto per le vittime della camorra, pari
a 1.033 euro il mese, è stato incassato anche dalla moglie di un boss;
in America criminali e dipendenti infedeli dello stato non ricevono la
pensione pubblica, invece in Italia ancora non esiste una legge che
abroghi le pensioni per i mafiosi. L’Italia paga il vitalizio ai
criminali iugoslavi responsabili del massacro delle foibe e della
polizia etnica a danno d’italiani, fu Palmiro Togliatti che favorì
l’erogazione di queste pensioni, tra loro sono Nerigo Gobbo, Ciro Raner,
Franc Boro, Mario Toffanin e Guido Pasolini, ricevono quasi 300 euro
mensili.
Donato
Bilancio nel 1972 ebbe un infortunio sul lavoro e ricevette una
pensione d’invalidità di 528 euro, poi si diede al crimine, non è stato
possibile revocare la pensione perché erogata per causa di lavoro, in
America è diverso. Senza santi in paradiso, conoscenze e favori, in
Italia non si ottiene niente, le vittime del terrorismo o i loro
familiari e infortunati non sempre hanno ricevuto una pensione, mafiosi,
titini e terroristi spesso si, è sempre questione di agganci e di
furbizia. La nostra classe politica, sempre polemica per le poltrone,
non è ancora riuscita a correggere il sistema.
Nunzio Miccoli http://www.viruslibertario.it/; numicco@tin.it.
Fonte:
“Sanguisughe” di Mario Giordano – Mondadori Editore